Il matto del Bandana è la variante arcoriana del matto del Barbiere, un particolare scacco matto in poche mosse in cui incappano i principianti.
Con poche mosse si può vincere poichè, in questo tipo di matto, l’unica difesa per la casella F7 (la Costituzione) è il Re (il Presidente della Repubblica) che però non può nulla se la sua difesa (il Parlamento) si apre incautamente.
Interessante è, ad esempio, sapere che è stata chiesta l’archiviazione per Agostino Saccà, dirigente RAI, nel procedimento che lo vedeva imputato di raccomandazioni ricevute da Silvio Berlusconi in cambio sostegno finanziario, imprenditoriale e politico. “Il quadro probatorio emerso al termine delle indagini e le conclusioni in fatto e in diritto effettuate hanno indotto questo ufficio a ritenere che gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in un eventuale giudizio” ed inoltre “le conversazioni appaiono irrilevanti” (Corriere.it)
Berlusconi: io stò cercando … di aver la maggioranza in Senato …
Saccà: capito tutto …
Berlusconi: eh .. questa Evelina Manna può essere .. perchè mi è stata richiesta da qualcuno … con cui sto trattando …Stralcio della conversazione irrilevante (Espresso)
Un’altra raccomandata era tal Elena Russo, sempre per ‘sto giro di favori. Ora ha fatto carriera:
Da notare, perentorio, il marchio Presidenza del Consiglio dei Ministri. Era superfluo, lo sapevamo già chi la sponsorizzava!
Altra mossa per avvicinarsi al matto sono le campagne razziste: ladri di qui, stupratori di la. Poi escono i dati del Governo e t’accorgi che le cose non son gravi come annunciano. Le violenze sessuali, ad esempio, sono diminuite dell’8,4% (quelle denunciate, sic!), la maggior parte è commessa dagli italiani. Vero è che la percentuale di stranieri è bassa e quindi per “pareggiare” con quelli commessi dagli italiani le violenze degli stranieri dovrebbero essere molte meno, ma è anche vero che in Italia chi vuole delinquere trova vita facile (come, per una volta, il Giornale analizza decentemente): quindi vero che in proporzione delinquono di più, ma la “paura dello straniero” (xenofobia!) è immotivata (o perlomeno non più di quella verso i nostri connazionali).
Preoccupazione per il ddl intercettazioni dovrebbe suscitare l’affermazione di Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia, PdL e ex avvocato di Andreotti (ricordate quando gridava “Assolto! Assolto!” ma le fecero notare che era solo prescrizione?), che conferma:
Un divieto totale di pubblicazione di atti giudiziari fino alla conclusione delle indagini o fino al termine dell’udienza preliminare, azzererebbe qualsiasi forma di conoscenza nelle prime fasi dell’attività giudiziaria relativa a delitti di grave allarme sociale
e ancora
Mi preoccupa il fatto che, considerata la patologica lentezza dei tempi della nostra giustizia, l’introduzione di un generale divieto di pubblicazione potrebbe comportare il rischio di un’eccessiva limitazione non solo del diritto del cittadino a essere informato, ma anche del diritto della collettività di controllare il modo in cui la giustizia viene amministrata in nome del popolo
Giulia Bongiorno, ANSA
Rassicurante.
Infine, si paventa l’idea di controllare gli scioperi. Esso viene effettuato per provocare un disservizio: ora, con questa nuova legge, sarà prevista in acuni casi la “dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero stesso da parte del singolo lavoratore” oppure il “divieto di forme di protesta lesive del diritto alla mobilità”. Pazzesco. Così facendo crei una base per le ritorsioni dell’azienda (sanno chi sei) e rendono inutile lo sciopero (non puoi causare disservizio).
1984: George Orwell, stiamo arrivando.
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