Ovvero, quando omettere qualcosa è più grave che dirla.
Ieri Marco Travaglio è stato condannato a 8 mesi di reclusione in primo grado per diffamazione ai danni di Cesare Previti. Dovrè pagare 100 euro di multa e 20mila euro di risarcimento a Previti. Travaglio è andato in appello.
E’ stata inoltre condannata Daniela Hamaui, all’epoca dei fatti direttore responsabile del settimanale su cui Travaglio ha scritto.
L’articolo in questione, apparso nel 2001 su “l’Espresso” e dal titolo “Patto scellerato tra mafia e Forza Italia”, lo trovate a questo link.
La diffamazione, secondo il giudice, sta nel fatto che Travaglio ha omesso una frase della testimonianza del “pentito” nel suo articolo, facendo prendere allo stesso un’altra piega.
La testimonianza recita:
In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti.
Il Previti era però convenuto per altri motivi nell’ufficio di Taormina.
Omettendo la seconda frase fa cadere Previti nei “loschi traffici”, collusi con la mafia, di Taormina. Il che, invece, non si evince (perlomeno direttamente) dalla deposizione.
Più o meno maliziosamente Travaglio non mette la frase e fin qui sono d’accordo. Credo anche che, se l’ha fatto apposta (strano per uno così meticoloso), non sia stata una mossa furba. Soprattutto contro gente non proprio alle prime armi.
Narrati i fatti, siano opportune alcune di osservazioni (personalissime).
- A modesto parere, Taormina e Previti, avvocati, compagni di partito e amici “d’ufficio” difficilmente non sapevano uno dell’altro. Faccio un esempio: se Previti avesse trovato traffico e fosse arrivato giusto un po’ in ritardo, per poi essere aggiornato da Taormina su quanto detto fino a quel punto? Se io devo parlare di cose losche dico alla segretaria “non ci sono per nessuno!” e non faccio entrare altre “orecchie lunghe” nell’ufficio.
- «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri»
In QUELLA occasione Previti era convenuto per altri motivi. E nelle altre, come dice chiaramente la deposizione? - L’articolo era così sottotitolato: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa Nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi»
Come al tempo avevano difeso Schifani dalle accuse di collusione con la mafia, anche qui dovrebbero essere onesti intellettualmente: sia Dell’Utri che Taormina, oltre a Previti, erano al tempo in Forza Italia, quindi non si fa l’accostamento Previti-mafia solo perchè erano nella stessa stanza un giorno! Piuttosto si fa un accostamento FI-mafia…come già il titolo preannunciava, tra l’altro.
Poichè la diffamazione è definita così nel codice penale
Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione
è chiaro che c’è l’interpretazione del giudice su cosa sia o non sia diffamazione.
Secondo me l’errore c’è stato (alcuni quotidiani lo definiscono come “buccia di banana” su coi Travaglio è scivolato) ma non comporta diffamazione, in quanto non “offende l’onore” di Previti: nell’articolo non si parla precisamente di un coinvolgimento dello stesso negli affari di Taormina e l’onore Previti se l’è bruciato con gli innumerevoli processi-condanne che ha avuto, proprio negli anni in cui Travaglio scrive l’articolo incriminato.
Ultima considerazione: secondo me è assurdo che si vada in prigione per i reati d’opinione quando non ci si va per cose ben più gravi. Inoltre è ancora più assurdo che ne faccia le spese anche il direttore: non può controllare personalmente tutte le fonti dei suoi giornalisti, si deve per forza fidare!
La chicca della giornata. TG2:
Berlusconi pensa che non siamo credibili? Neanche noi…
Walter Veltroni
Battuta non propriamente riuscita.
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